La strategia del gaming, come in un vero e proprio gioco, è la chiave di volta per la riuscita dello stesso.
La strategia dello studente è di lavorare sulle 4 Aree di Valore per acquisire un punteggio valido per ottenere uno o più voti positivi (8) sul registro elettronico (RE).
La strategia del docente è apparentemente opposta.
Più sono gli 8 sul RE più il giocatore (lo studente) conferma la sua capacità di gioco (apprendimento ed impegno) raggiungendo il suo obiettivo prima.
La strategia dell’insegnante è invece antitetica, cioè quella di assegnare più punti negativi possibili; in un linguaggio di gaming diremmo che il giocatore deve schivare i colpi o recuperare appena possibile, questo porterà lo studente ad aumentare il suo impegno per evitare un voto negativo (voto 4) sul RE (zona rossa).
Compito dell’insegnante è dare costantemente degli Allert ai ragazzi che si trovano nella zona rossa di pericolo o incentivare chi sta per raggiungere l’obiettivo (voto 8).
Il gioco diventa in questo modo molto sfidante (challege), il docente nel suo ruolo insegna, motiva, controlla, premia o sfavorisce, lo studente di contro cerca di raggiungere il traguardo stando attento di non essere penalizzato.
Il gioco aiuta il ragazzo a responsabilizzarsi, a mantenere alta l’attenzione e a gestire gli elementi (le regole) del gioco per raggiungere il voto positivo, o per recuperare errori di tragitto; diventa così una sfida basata su un percorso e una durata che dipende dal giocatore stesso (lo studente).
Questa modalità di interazione studente/insegnante offre ad entrambi almeno 3 chance, evitando valutazioni impulsive dipese molto spesso dal mood dell’intera classe o dal sentiment del docente, così come le note di richiamo scritte che penalizzerebbero con effetto immediato il voto in condotta dello studente in fase di scrutinio.
Fin da piccola sognavo di crescere in una scuola diversa, nuova, stimolante, divertente, capace di coinvolgere i propri studenti dal primo all’ultimo, che appassionasse bravi e meno bravi, attenti e svogliati, super dotati e chi avesse particolari difficoltà, insomma una scuola innovativa, una scuola per tutti.