La strategia del gaming rappresenta la chiave di volta per il successo del Metodo PUBH. Proprio come in un gioco, sia studenti che docenti adottano strategie complementari per raggiungere gli obiettivi educativi.
Lo studente lavora sulle 4 Aree di Valore:
Partecipazione
Comprensione
Comportamento sociale
Compiti a casa
L’obiettivo è accumulare punti positivi che permettono di ottenere uno o più voti positivi (8) sul registro elettronico (RE).
Questa strategia promuove apprendimento attivo, motivazione costante e coinvolgimento inclusivo.
Apparentemente opposta, la strategia del docente mira a guidare, stimolare e monitorare gli studenti;
Favorisce la valutazione inclusiva, gestendo le dinamiche di classe, i comportamenti e le difficoltà individuali;
Garantisce che tutti gli studenti abbiano la possibilità di raggiungere i propri obiettivi attraverso percorsi personalizzati.
In questo modo, il Metodo PUBH integra gamification nella didattica, promuovendo una scuola inclusiva, motivante e innovativa, in cui ogni studente diventa protagonista del proprio percorso di apprendimento.
ANALISI DEL GRUPPO CLASSE
Per poter applicare efficacemente il metodo PUBH, è fondamentale realizzare un’attenta analisi della classe, non solo in termini di rendimento o di presenza di bisogni educativi speciali, ma soprattutto per comprendere chi sono gli studenti, come apprendono, come interagiscono e quali leve motivazionali li spingono.
Oltre ai PDP o ai documenti ufficiali, l’insegnante può servirsi di strumenti di osservazione diretta e partecipata rivolti a tutti gli studenti.
L’analisi dovrebbe includere, in primo luogo, l’individuazione dei tipi di intelligenza prevalenti (secondo la teoria delle intelligenze multiple di Gardner), al fine di valorizzare le diverse forme di talento presenti in classe: logico-matematica, linguistica, visuo-spaziale, interpersonale, intrapersonale, musicale, corporeo-cinestetica e naturalistica. Parallelamente, è utile esplorare i diversi stili di apprendimento — visivo, uditivo, cinestetico, riflessivo, attivo — per calibrare le strategie didattiche più efficaci in base al profilo degli studenti. Anche colloqui informali, momenti di circle time o attività di cooperative learning possono offrire informazioni preziose su come ciascun alunno vive l’esperienza scolastica, su chi tende a emergere, chi si isola, chi assume ruoli di leadership o di mediazione.
Nel contesto del metodo PUBH, questa analisi assume un valore strategico: conoscere come ogni studente apprende e interagisce consente di assegnare ruoli, sfide e ricompense in modo calibrato e motivante, rendendo il gioco didattico realmente efficace, equo e inclusivo. Pur non potendo conoscere a fondo il background personale di ciascuno, è possibile delineare tipologie di studenti che aiutino a calibrare strategie, linguaggi e modalità di interazione. In questo modo, il docente non si limita a trasmettere contenuti, ma personalizza l’approccio, crea connessioni, valorizza le differenze e favorisce un clima di fiducia e partecipazione. Si deve dunque partire dalla costruzione di una mappa del gruppo classe che saranno i giocatori.
Nel Metodo PUBH, la difficoltà del gioco è un elemento strategico: più la sfida è impegnativa, più l’esperienza diventa avvincente e gratificante. Quando lo studente riesce a superare un ostacolo complesso o a guadagnare punti sfidanti, il senso di soddisfazione e motivazione aumenta, consolidando l’apprendimento e stimolando ulteriori sforzi.
In questo contesto, il docente assume anche un ruolo di “enemy” (avversario), con la funzione di sfidare lo studente
e rendere il percorso più stimolante: rallentando temporaneamente
l’accumulo dei punti positivi, il docente aumenta il coinvolgimento e la
motivazione, poiché un gioco troppo facile non verrebbe preso seriamente dagli studenti.
La gamification non è quindi solo un divertimento: è uno strumento pedagogico che incentiva la resilienza, l’impegno costante e il coinvolgimento attivo nello studio, trasformando la classe in un ambiente competitivo ma inclusivo, dove il successo è condiviso e costruito passo dopo passo.
Come dice il pedagogista Rodari l’apprendimento è favorito dalla fantasia, dal gioco e dal linguaggio creativo, poiché libera la creatività e stimola il pensiero critico e logico.
Più voti 8 sul registro elettronico (RE) accumula lo studente, più conferma la sua capacità di apprendimento, impegno e partecipazione attiva;
L’obiettivo è raggiungere il traguardo educativo il prima possibile, evitando penalità;
Gli studenti devono gestire le regole del gioco, recuperare eventuali errori e responsabilizzarsi, aumentando così la motivazione e la concentrazione.
Apparentemente antitetica, consiste nell’assegnare punti negativi quando necessario, in modo da stimolare lo studente a migliorare la propria performance;
In termini di gamification, lo studente deve “schivare i colpi” o recuperare punti rapidamente per evitare il voto negativo (4 sul RE, zona rossa);
Il docente fornisce alert e feedback continui:
– Incentiva chi è vicino al traguardo (voto 8)
– Avverte chi è in difficoltà nella zona rossa
Questa dinamica rende il gioco sfidante e coinvolgente, stimolando lo studente a gestire le proprie strategie di apprendimento mentre il docente motiva, guida e premia.
Il gioco offre almeno 3 chance per recuperare errori, evitando valutazioni impulsive legate al mood (possibile valutazione soggettiva temporanea) della classe o del docente;
Riduce l’impatto immediato di annotazioni negative sul RE, garantendo valutazione inclusiva e motivante;
Favorisce la responsabilizzazione dello studente, migliorando attenzione, gestione delle regole e impegno continuo.
Fondamentale pianificare gli argomenti su una linea temporale chiara, bilanciando contenuti e dinamiche di gioco;
Il docente deve gestire la classe con autorevolezza e determinazione, evitando perdite di tempo pur mantenendo il gioco stimolante;
Il rischio di non completare la programmazione (e/o ipotesi di lavoro) è presente, ma è necessario per la piena efficacia del Metodo PUBH.
Nel metodo PUBH, la strategia educativa diventa parte integrante del gioco. Un esempio concreto è la Formula Roulette, una metodologia basata sul peer tutoring (tutoraggio tra pari), che stimola collaborazione, responsabilità e crescita reciproca.
Abbinamento strategico: la classe viene suddivisa in coppie, formate da uno studente più preparato e uno che incontra maggiori difficoltà.
Compito condiviso: gli studenti ricevono un compito di realtà o un esercizio mirato, su cui dovranno lavorare insieme a casa o in classe.
Interrogazione a sorpresa: in classe, l’insegnante estrae a sorte uno studente della coppia che verrà interrogato.
Voto condiviso: il risultato finale vale per entrambi.
Lo studente più competente ha interesse ad aiutare il compagno, perché il suo voto dipende anche dall’impegno altrui.
Lo studente con difficoltà si sente responsabilizzato, perché il suo rendimento influisce anche sul compagno.
L’insegnante calibra le domande: più semplici per chi ha bisogno di consolidare le basi, più approfondite per chi è già un’eccellenza.
Responsabilità reciproca: ognuno diventa garante non solo del proprio apprendimento, ma anche di quello del compagno.
Competenze sociali: sviluppa capacità di collaborazione, comunicazione efficace e problem solving.
Coesione di classe: la classe cresce come comunità, dove ogni studente diventa una risorsa per l’altro.
Preparazione al futuro: come nel lavoro di squadra, si impara che il successo dipende anche dalla capacità di supportare i colleghi.
L’obiettivo principale non è premiare solo i più preparati, ma costruire un gruppo unito in cui tutti hanno la possibilità di crescere. La Formula Roulette diventa così una strategia vincente per:
motivare gli studenti,
responsabilizzarli,
trasformare la classe in una vera comunità di apprendimento.
Fin da piccola sognavo di crescere in una scuola diversa, nuova, stimolante, divertente, capace di coinvolgere i propri studenti dal primo all’ultimo, che appassionasse bravi e meno bravi, attenti e svogliati, super dotati e chi avesse particolari difficoltà, insomma una scuola innovativa, una scuola per tutti.